I maestri si mangiano in salsa piccante, dice il Corvo nel
film Uccellacci e Uccellini, rivolto a Ninetto Davoli e a Totò. E' da questa
citazione che Marco Belpoliti, saggista e scrittore, raccoglie la sfida per
dire la sua versione, tra le molteplici finora ipotizzate, sulla causa
dell'omicidio di uno dei più grandi intellettuali del nostro secolo.
Un saggio lucido, molto forte nelle sue supposizioni e destinato sicuramente a scatenare
molte polemiche.
Qual'è stata la vera causa dell'omicidio? Secondo Belpoliti, l’assassinio del poeta, sarebbe
maturato unicamente nell’ambiente omosessuale.
Quindi non la vittima delle trame occulte che dal 1969 hanno
intorbidito e manipolato la storia del nostro paese: l'assassinio per mano dei
servizi segreti deviati o l'eliminazione dopo la scoperta degli autori degli
attentati neofascisti.
Belpoliti crede che sia venuto il momento di fare i conti
con quella morte di cui non sembriamo più in grado di liberarci. “Andare oltre
Pasolini con Pasolini”, il pensatore, il moralista, l'intellettuale scomodo che
è stato in grado di interpretare la grande mutazione antropologica italiana
dagli anni sessanta in poi “mutando l'indifferenza o l'ostilità di un tempo in
ammirazione sconsiderata, non solo di sinistra, ma anche di destra”.
Quattro capitoli curati nel dettaglio, dal primo processo
per corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico fino alla morte sul
litorale di Ostia,
in cui l'autore mette in luce la natura duplice del poeta
friulano, espressa chiaramente nel capitolo “Doppio corpo”.
La polemica con Calvino sull'aborto, l'unica persona “civile
e veramente razionale”, le foto di Dino Pedriali nella casa di Sabaudia, quelle
singolari nel rifugio medioevale di Chia e il lavoro incompleto di Petrolio.
Tutti particolari che vengono analizzati in modo acuto e preciso.
La modesta proposta di Belpoliti è di fare con Pasolini
quello che lui ha fatto con chi l'ha preceduto, “nutrirci di lui e digerirlo”.
Destino che spetta solo ai veri maestri, superando così il
“complesso-Pasolini” che tormenta ancora molti in Italia, parlando ancora di
Pasolini, naturalmente.
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